La nascita dell’ALFA fino ai giorni nostri

La storia dell’Alfa Romeo parte dal lontano 1907, anno in cui Felice Grondona presenta il progetto della costruzione dello stabilimento del Portello (ubicato in Milano in quel quartiere nella zona di piazzale Accursio). Committente dei lavori è la Darracq Italiana, azienda fondata da Alexander Darracq a Napoli e inizialmente produttrice di biciclette con il marchio Gladiator.

Nel 1896 Darracq decise di costruire la prima vettura: un taxi a motore elettrico. La Darracq dopo gli insuccessi commerciali, cede la consociata Italiana ad un gruppo di finanzieri, garantiti dalla Banca Agricola Milanese.

Il 1910 vede la nascita dell’A.L.F.A. (Anonima Lombarda Fabbrica Automobili) e la 24 HP sarà la prima vettura a chiamarsi ALFA. I 250 dipendenti della gestione precedente furono riassunti dall’azienda e l’obiettivo fu quello produrre 300 automobili all’anno. Nell’autunno del 1910 cominciò la produzione del primo modello Alfa, il 24 HP, progettato da Giuseppe Merosi e da cui vennero subito derivati dei modelli da competizione portati al debutto l’anno successivo, il 1911, alla Targa Florio.  Il 1912 e 1913 vedono l’ALFA produrre una serie di vetture con prestazioni sportive. Nascono la 12 HP, la 15 HP e la 46-60 HP, mentre continua la produzione della 24 HP.

 

Nel 1914 nasce la prima ALFA Grand Prix; altro non è che una 40-60 HP con motore da 4500 cc. Campari con questa vettura si cimenterà nel chilometro lanciato nei pressi di Brescia, ad una media di 147,540 km/h. L’Alfa conquistò il primo e il secondo posto nella gara “Parma-Poggio di Berceto” (1913).

Nel 1910 l’ingegnere Nicola Romeo fonda la SAS Ing.Nicola Romeo & C. con sede a Milano e nel 1915 entra nel capitale dell’Alfa e ne modifica il nome in Alfa Romeo Milano.  In quegli anni una parte della produzione si dovette convertire alle necessità dell’industria bellica della prima guerra mondiale e la produzione regolare di autoveicoli riprese nel 1920 con la presentazione della prima auto con il nuovo nome, la Torpedo 20-30 HP.

 

Anni ‘20

Un’Alfa Romeo 20-30 HPNel decennio seguente si ampliò l’attività sportiva della casa milanese, grazie a piloti del calibro di Antonio Ascari, Giuseppe Campari, Enzo Ferrari ed Ugo Sivocci; grazie a quest’ultimo, nel 1923, vide la luce anche il simbolo del quadrifoglio che, da allora, ricorrerà in tutte le attività sportive dell’Alfa e nelle versioni più sportive delle sue macchine.

Sempre negli anni ’20 ci furono delle vicissitudini nel capitale societario, la cui maggioranza era nel frattempo finita nelle mani della Banca d’Italia; esce dalla società Nicola Romeo e per qualche tempo ci fu anche il timore della chiusura dell’azienda, rientrato grazie alla notorietà già raggiunta in campo internazionale e nel campo delle corse.

Nel 1929 nacque all’interno dell’azienda la Scuderia Ferrari, il reparto apposito per le corse. Questo nome venne portato in dote all’azienda da Enzo Ferrari che aveva, alcuni anni prima fondato la società sportiva omonima e che, dopo aver lasciato l’Alfa Romeo, fonderà l’azienda Scuderia Ferrari.

 

Anni ‘30

Il decennio antecedente alla seconda guerra mondiale consolidò la fama mondiale dell’Alfa, sempre grazie soprattutto alle corse e ai suoi piloti: ancora Giuseppe Campari, Tazio Nuvolari, Gastone Brilli-Peri, Mario Borzacchini.

Per quanto riguarda l’azienda produttiva, nel 1932 venne acquisita dall’IRI che, tra i primi provvedimenti, decise di non proseguire con l’attività delle corse a proprio nome bensì di affidare tutta la gestione alla Scuderia Ferrari, preferendo invece diversificare la produzione anche nei settori degli autobus, degli autocarri e nei motori aerei. Iniziò in questi anni, anche la costruzione del nuovo stabilimento di Pomigliano d’Arco.

 

 

Anni ‘40

La seconda guerra mondiale lascerà molti segni anche negli stabilimenti dell’Alfa Romeo, considerati molto importanti per l’approvvigionamento bellico e pertanto più volte bombardati, fino a causare la chiusura dello stabilimento del Portello nel 1944. Sin dalla fine della guerra si cercherà di rimettere in funzione gli impianti danneggiati, dedicandosi inizialmente alla costruzione di motori nautici e avio e addirittura alla costruzione di cucine elettriche e serramenti, ritornando comunque presto alla tradizionale attività di costruttore di automobili sportive.

 

Anni ‘50

Negli anni ’50 si producono due modelli di auto destinati a fare storia, la 1900 e la Giulietta. Si tratta dei primi modelli costruiti in catena di montaggio, e il primo apre la strada anche alla fornitura delle auto della Polizia; è con questo modello che si inaugura la famosissima serie delle Pantere.

Anche nel campo delle corse la casa continua a mietere successi vincendo i due primi Campionati Mondiali di Formula 1 1950 e 1951 grazie rispettivamente a Giuseppe Farina e Juan Manuel Fangio a bordo delle Alfa Romeo 158 e 159 e vincendo il primo anno 6 Gran Premi su 7 imponendo un dominio totale della scuderia.

 

Anni ‘60

Nel 1961 uscì dalle catene di montaggio la centomillesima Giulietta e l’anno successivo venne messa in produzione, la Giulia.

Nel campo delle corse nasce nel 1964 l’Autodelta nel frattempo entrò a regime anche il nuovo stabilimento di Arese. e continuò la collaborazione con i migliori designer italiani, da Zagato con le famose coupé, a Pininfarina a cui si deve la famosissima spider Duetto, fino a Bertone a cui si deve la Montreal del 1970. Nel 1968 fa la sua apparizione una derivata della Giulia, l’Alfa Romeo 1750 che vedrà anche una sorella maggiore pochi anni dopo, la Alfa Romeo 2000.

 

Anni ‘70

Il 1972 è l’anno dell’inaugurazione dello stabilimento di Pomigliano d’Arco, con l’inizio produzione della piccola Alfa, la Alfasud, prima autovettura della casa a trazione anteriore e con motore di “soli” 1200 cc; se ne riusciranno a produrre nell’arco del decennio circa 1.000.000 di esemplari.

A fronte della prosecuzione delle vittorie sportive gli stessi anni ’70 non sono altrettanto fortunati sotto il punto di vista della produzione di serie, anche a causa della crisi petrolifera che colpì pesantemente il comparto dell’auto. Di quegli anni è un modello basilare nella storia dell’Alfa Romeo, l’Alfetta (1972). Poco dopo il lancio dell’Alfetta ne viene proposta una variante più corta e con uno stile più giovanile: la Nuova Giulietta (1977).Poco più tardi, dopo una gestazione lunghissima esce la Alfa 6 (1979).

 

Anni ‘80

È dell’inizio degli anni ’80 la presentazione dell’Alfa 33 in sostituzione dell’Alfasud. Nello stesso anno, il 1983, prende vita anche il tentativo di joint-venture con la nipponica Nissan con la messa in produzione della Arna. Nel 1984 cominciò la commercializzazione dell’Alfa 90, erede delle Alfetta e Alfa 6, ridisegnata dal noto carrozziere Bertone.

Nel 1986, l’Alfa Romeo venne ceduta alla Fiat dall’allora presidente dell’istituto, Romano Prodi,dell’IRI; l’acquirente decise di accorparla ad un’altra azienda dello stesso gruppo, la Lancia, dando vita alla Alfa-Lancia Industriale spa. Nel 1987 esce un modello fondamentale per l’Alfa Romeo, la 164, che impiega lo stesso pianale utilizzato per Fiat Croma, Lancia Thema e un modello SAAB, la 9000).

L’Alfa 164 tuttavia presenta una caratterizzazione stilistica molto marcata, dovuta al pulito disegno di Pininfarina, a differenza di Croma, Thema e 9000 che invece adottano il medesimo giro-porte. Adotta motori Twin Spark e Turbo diesel, turbo a 4 cilindri e V6 sia aspirati che turpocompressi, con potenze da 117 a 232cv. Il V6 benzina fu eletto migliore motore dell’anno, e la 164 TD al momento della presentazione era l’auto diesel, con motore VM, più veloce al mondo. 

 

Anni ‘90

All’inizio degli anni ’90 escono due modelli, il primo è la Alfa 155, che segna l’abbandono della trazione posteriore sui modelli di gamma medio-superiore e la seconda è l’Alfa 145, che sostituisce l’Alfa 33. Il 1997 viene da molti definito l’anno del rinnovamento del marchio Italiano, in congiunta dell’uscita dell’Alfa 156.

La 156 riesce a fregiarsi del titolo di Auto dell’anno per il 1998 e costituisce il modello del rilancio dell’Alfa Romeo. Nel 1998 termina la produzione della gloriosa Alfa 164 che cede il posto alla nuova ammiraglia di casa, l’Alfa 166.

 

Anni 2000

Il nuovo millennio inizia per la casa Milanese sotto buoni auspici commerciali, infatti il modello Alfa 147 riesce ad aggiudicarsi nuovamente l’ambito titolo di Auto dell’anno nel 2001. È dello stesso anno la presentazione al pubblico della versione sportiva della Alfa 156, la GTA, messa poi in vendita nel 2002; con la versione appositamente preparata per le competizioni, la casa milanese corre nei campionati europei turismo, mietendo vari successi soprattutto con il pilota Gabriele Tarquini.

La diretta erede di questo modello è l’Alfa 159 presentata all’inizio del 2005 a Ginevra. A giugno 2008 è avvenuto il lancio commerciale della MiTo (Mi per Milano dove è stata disegnata e To per Torino dove viene costruita).